Il 5 settembre di 10 anni fa usciva il mio secondo album da solista ovvero Il Mulo!
Un lavoro a cui sono particolarmente legato perché mi riporta in mente ricordi di persone che non ci sono più, come Annibale Bartolozzi che ne è stato produttore esecutivo e mi fa pensare ad un periodo in cui si poteva sperare che la musica potesse cambiare qualcosa. Il Mulo è stato concepito anche per quello.
Un’altra cosa che mi lega a quel disco è la sua confezione, bella, ricca, sontuosa, che conteneva allegato al cd addirittura un dvd con un concerto fatto a Milano l’anno prima e la testimonianza di alcuni miei viaggi fatti da solo, quindi un lavoro pieno di materiale da ascoltare e da vedere.
Ovviamente non secondaria è la questione canzoni: in quel disco ci sono canzoni che rimarranno con me per sempre, per tutta la vita.
A partire dalla title track: “Il Mulo” che ha un significato molto particolare, personale, autobiografico, ė un pezzo che parla della mia cocciutaggine e della mia testardaggine, di come io vedo il mondo e di come sono ancora qui e resisto nonostante tutto e tutti.
“Multumesc”, nata da un viaggio fatto in Romania e che ha regalato un sacco di emozioni finite in quella canzone, un brano che facciamo ancora in quasi tutti i concerti, carico di energia e vitalità.
“Onda Granda” che è una sorta di manifesto di quegli anni, che precedeva addirittura il movimento dell’Onda nato dopo l’uscita del disco, un pezzo significativo per i tempi.
Poi ci sono brani come “Sotto le nuvole” a cui sono molto affezionato perché tocca in maniera intelligente e curata un argomento delicato e che ho parecchio a cuore.
“Anime di passaggio” una canzone manifesto, che non faccio molto spesso live perché esige un’atmosfera particolare, sia nel suonarla che nel cantarla. Però è un pezzo importantissimo, uno di quelli che preferisco tra le canzoni che ho scritto perché rappresenta in pieno il mio sentire e il mio pensiero.
Un altro ricordo di quel lavoro erano le dediche: ogni canzone aveva la sua dedica legata a qualcuno o qualcosa, una in particolare, quella di Olmo, per il mio primo figlio….il primo di una lunga serie ormai…una canzone molto cara, molto sentita.
Chiaramente non possiamo concludere i ricordi de Il Mulo senza parlare di “Funerali per sigaro e banda”, scritta in ricordo di Luca “Gabibbo” Giacometti un amico caro, una persona speciale che non c’è più a cui era dedicato non solo questa canzone ma l’intero lavoro.
Un album che mi rimarrà dentro, un album che mi ha segnato in profondità e che mi segue ancora oggi per l’attualità di alcuni brani anche se sono passati 10 anni.
Personalmente reputo il Mulo ancora un caposaldo di quel periodo e dalla mia vita, legato anche a tutti quelli che ci hanno lavorato da Francesco Magnelli, ad Andreino Salvadori, a Marzio Del Testa, a Vieri Bugli, a Finaz, ad Andrea Faccioli che incontravo in quel periodo e che venne per fare un paio di parti musicali e da li nacque il nostro sodalizio.
Un disco a me caro, che spero possiate riscoprire con occhi nuovi e con una nuova sensibilità.
Buon ascolto!